Le ricette di Marianna: Torta al Taurasi

Il lunedì mattina è faticoso per tutti, anche quando non piove e il cielo è terso come oggi. Così, per addolcire questa settimana che comincia, e per dare il via alla raccolta di ricette dolcissime in vista del prossimo mese, abbiamo deciso di proporvi una bella torta fragrante e ricca, da gustare ad ogni ora del giorno (e, perché no, della notte…).

Torta-al-Taurasi

La torta al Taurasi è un dolce poliedrico, aperto a multiple interpretazioni. Semplice, infornata in una teglia a ciambella, può essere un ottimo dolce da colazione, magari arricchita da una spolverata di zucchero a velo.

Basta però cambiare teglia, darle una forma più elegante, e glassarla, magari come abbiamo fatto noi, con una profumatissima glassa all’arancia, che la si trasforma in un dessert molto chic, da fine pasto o da gustare con una calda tazza di the per riscaldare un pomeriggio freddo. Fatevi guidare dalla fantasia, noi la ricetta ve la diamo così com’è.

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Torta al Taurasi con glassa all’arancia

Ingredienti

Zucchero 250 gr
farina  250 gr
burro  250 gr
cioccolato fondente 100 gr
4 uova intere
un cucchiaino di cacao amaro
un pizzico di cannella per aromatizzare
Taurasi Riserva 2008 Dedicato a Marianna 125 ml
un bustina di lievito per dolci

Sciogliere a bagno maria il cioccolata con il burro, poi mettere da parte a raffreddare.
In una ciotola, setacciare insieme la farina, lo zucchero, il cacao e la cannella. Aggiungere le uova e amalgamare bene, poi aggiungere il burro con il cioccolato fuso, e infine il vino in cui avrete disciolto la bustina di lievito. Fare attenzione a non lasciare grumi. Infornare in una teglia di circa 23 cm di diametro, o nella classica teglia a ciambella, a 180° per i primi dieci minuti, poi abbassare la temperatura a 160° e lasciar cuocere (fare la prova stecchino, comunque ci mette circa 45-55 minuti.

Per la glassa all’arancia

succo di un’arancia
300 gr di zucchero a velo

Mescolare bene e stendere sulla torta una volta raffreddata. Lasciar asciugare all’aria per una ventina di minuti.

Il Vino del mese: Moro di Pietra

Moro-di-Pietra-blog

Novembre è un mese intenso e pieno. In cantina si lavora a ritmi serrati, per seguire la vendemmia appena conclusa, e si tirano le somme dell’anno che sta per finire. In vista delle feste in arrivo, si comincia ad affacciare il pensiero dei regali, dei menù, degli abbinamenti da fare e delle cene da organizzare. In questo clima di preparazione, attesa e ultimi sforzi, per riscaldare gli animi affaticati vi consigliamo un bel bicchiere di vino rosso.

Il Moro di Pietra è un vino di solida struttura, ricco e vellutato, con quelle connotazioni balsamiche tipiche dell’ Aglianico di pregiata lavorazione. Il colore sfuma tra il rosso rubino e l’arancio, con quelle note cupe tipiche dei vini invecchiati in legno. Al naso colpisce e affascina, con i sentori fruttati delle amarene sotto spirito, quelli tostati delle mandorle e quelli legnosi della cannella, dei chiodi di garofano e del pepe nero. Si tratta di un vino robusto, degno di essere accompagnato da prodotti della terra altrettanto diretti, come un buon caciocavallo stagionato, un pecorino o un formaggio piccante, un bel tagliere di salumi appena affettati e un pane scuro, lievitato naturalmente, rigorosamente locale. Tutti i nostri vini ci raccontano le storie di questa terra, dell’Irpinia e dei suoi boschi, tutti i nostri vini ci parlano dei nostri nonni, delle loro vite versate nelle nostre.

Il Moro di Pietra è forse uno dei maggiori interpreti di quest’idea. Un vino antico, tradizionale, dietro al quale si cela l’accorta lavorazione basata su acquisizioni nuove, studio attento, e un’esperienza della terra che non può essere spiegata a parole.

Annusate, chiudete gli occhi, assaporate. Ripetete l’operazione se avete bisogno di capirlo meglio. Il Moro di Pietra è un vino paziente, sa aspettare di lasciarsi comprendere, sa aspettare fino all’ultimo bicchiere.

Irpinia. 3000 anni di storia.

Un pezzo di Appennino che si arrampica tra colline, pianure, valli, montagne e paesaggi ripidi, questa è l’Irpinia. Circondata dalle altre province campane di Napoli, Caserta, Benevento e Salerno, distesa fino alla confine con la Puglia e affondata a intrecciarsi con la Basilicata, l’Irpinia è il cuore nascosto della regione Campania. Quella parte della provincia avvolta dalle catene dei i monti Picentini, del Partenio e del Taburno è la terra del vino, una delle più antiche superfici vitate in Italia, che conserva nelle sue radici una storia di vitigni millenari.
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